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Al Bambino Gesù giovane con il “cuore a metà” viene salvato grazie a una tecnologia all’avanguardia

Un cuore con un solo ventricolo. È il difetto con cui il giovane paziente del Bambino Gesù convive fin dalla nascita. Con un intervento mini invasivo e una stampante 3D, l’equipe medica riesce a dara una nuova vita al ragazzo.
A cura di Enza Savarese
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Stampa in 3D del cuore univentricolare
Stampa in 3D del cuore univentricolare

Intervento senza precedenti cura il difetto cardiaco di un giovane malato sin da piccolo. La procedura mini invasiva è stata eseguita all'ospedale Bambino Gesù di Roma. Con studi approfonditi e simulazioni in 3D l'equipe medica è riuscita a costruire un sistema di circolazione alternativo per il cuore del ragazzo.

Il paziente sin dalla nascita aveva "un cuore a metà", ovvero con un solo ventricolo, patologia rara che non gli permetteva l'afflusso di ossigeno necessario nel corpo. L'intervento eseguito con successo apre la speranza di ripresa anche per altri pazienti con cardiopatie congenite rare.

Nato con un "cuore a metà": paziente salvato da una procedura innovativa 

Un cuore a metà. In medicina si definisce cuore univentricolare. È una patologia cardiaca rara con cui il ragazzo ricoverato al Bambino Gesù di Roma convive fin dalla nascita. La presenza di un solo ventricolo funzionante crea gravi insufficienze nell'organismo che non riceve abbastanza ossigeno per poter funzionare normalmente. Dopo una vita passata tra ospedali, terapie e controlli continui il giovane ha iniziato a soffrire di una grave insufficienza mitralica, ovvero la valvola del cuore, già fortemente messa sotto sforzo, non riusciva più a lavorare a dovere.

Per il paziente ora trentaduenne arriva però la svolta. A dargli una nuova vita è l'equipe medica del Bambino Gesù. Con un intervento senza precedenti i medici riescono a correggere il difetto cardiaco con un'operazione mini invasiva. Nello specifico è stato inserito un catetere, ovvero un tubicino all'interno dei vasi sanguigni. Senza necessità di un intervento a cuore aperto, ma solo con l'utilizzo del catetere è stato possibile inserire tre clip che hanno rinforzato la valvola difettosa.

L'equipe di cardiologia dell'ospedale Bambino Gesù
L'equipe di cardiologia dell'ospedale Bambino Gesù

Intervento mini invasivo eseguito con successo: nuova speranza per i pazienti con cardiopatie rare

"Abbiamo dovuto adottare manovre non convenzionali per garantire il corretto posizionamento delle clip e ottenere la massima efficacia", racconta il dottor Giovanni Butera, responsabile di Cardiologia Interventistica del Bambino Gesù. Un'operazione che ha richiesto molta preparazione per l'equipe medica che si è aiutata anche con modelli 3D per simulare l'intervento. Dopo l'approvazione anche del comitato etico dell'ospedale, il team ha potuto operare il ragazzo e a offrirgli una nuova vita. Il successo non è solo per il giovane paziente, ma anche per i soggetti affetti da cardiopatie rare.

"Stiamo costruendo un programma di riferimento per l’Europa che possa offrire nuove possibilità terapeutiche ai pazienti con condizioni altrimenti non trattabili o curabili con elevati rischi chirurgici", rivela il dottor Butera.

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